'60s Porsche organisation chart
Brochure 12/86 - Italiano
Porsche - L'azienda
La prima automobile Porsche nacque in «esilio», nella città austriaca di Gmünd, dove l’ufficio di progettazione Porsche era stato trasferito verso la fine della guerra. Tuttavia non tenendo conto dei pochi anni trascorsi a Gmünd, la storia della Casa Porsche è legata alla città di Stoccarda.
E' qui che è stata costituita, ed è qui che si trovano attualmente i suoi centri amministrativi e di produzione. E' qui (anche se non «soltanto qui») che l’azienda cresce e prospera.
Tuttavia la più piccola delle case automobilistiche tedesche - e la più raffinata, corne spesso si dice quando si parla della Porsche – non ha affatto l’ambizione di guadagnare posizioni nella graduatoria per grandezza delle aziende automobilistiche.
Alla Porsche la crescita quantitativa non metterà mai a repentaglio gli standard qualitativi. Infatti anche gli ampliamenti e le nuove installazioni degli ultimi anni, corrispondono a investimenti fatti per aumentare sia la bontà sia la quantità dei prodotti.
A Stoccarda-Zuffenhausen, dove vengono costruiti i modelli 911 e la 928 S, oltre al centro di distribuzione dei materiali, spicca il nuovo edificio del reparto verniciatura.
Nella seconda grande «fabbrica» della Porsche, il centro di ricerca di Weissach, è entrato recentemente in funzione un centro di misurazione per ricerche e studi aerodinamici. A Weissach sono state notevolmente ampliate, e continuano ad esserlo, anche le capacità di progettazione, perché sia gli sviluppi per l’azienda, sia le commesse per conto terzi, pongono crescenti esigenze.
Infine, presso il centro di vendita Porsche, a Ludwigsburg, è stato creato un nuovo e più grande centro per l’addestramento nell’ambito del servizio assistenza e di vendita.
Secondo la volontà della direzione aziendale, la Porsche si deve muovere «in direzione di un continuo affinamento piuttosto che verso maggiori quantità».
Anche nella forma giuridica di «Società per Azioni» la Porsche è rimasta fino ad oggi un'impresa familiare, nonostante le azioni privilegiate, senza diritto al voto, con le quali l’impresa, nel 1984, è stata quotata in borsa.
Ferry Porsche, figlio del fondatore e responsabile della conduzione dell’azienda negli anni del dopoguerra, è ora presidente del Consiglio di Sorveglianza. Tuttavia, nell’interesse della massima funzionalità della guida degli affari quotidiani, la famiglia si è ritirata dalla direzione operativa già prima della trasformazione in S.p.A, (1972).
Tuttavia, in un contesto ancora più ampio si potrebbe parlare della Porsche corne di una «famiglia»... se il frequente uso improprio di questa definizione non ne avesse sminuito il significato. Rimane però il fatto che presso la Porsche l’impegno del collaboratori e il loro identificarsi nell’azienda sono più vivi, e si trasformano più direttamente in prestazione, di quanto avvenga presso la maggior parte delle altre imprese.
Trent’anni fa Richard von Frankenberg si chiedeva se gli scettici avrebbero avuto ragione profetizzando che anche la Porsche, un bel giorno, sarebbe diventata una fabbrica corne tutte le altre, «con document'! d'identificazione e con moduli da compilare già in portineria, con impiegati per i quali il nome dell’azienda non rappresenta null’altro se non il semplice impiego». Compilare un modulo in portineria, attualmente, lo debbono fare i visitatori.
Tuttavia ciô non li trattiene dal dichiararsi impressionati dalla freschezza, dalla schiettezza, dalla fiducia in se stessi e dalla professionalità che caratterizzano il «clima» interno della casa. Evidentemente «lo spirito della casa», a suo tempo evocato da Richard von Frankenberg, è ancora oggi più vivo che mai. Lo è davvero, nonostante che negli ultimi trent’anni il numero dei collaboratori sia decuplicato e le vetture prodotte siano aumentate di oltre venti volte. Gli anni più recenti sono stati anche quelli di maggiore successo dell’azienda. Con oltre 50.000 vetture è stato raggiunto il primato assoluto di produzione annuale.
Uno sguardo alle statistiche di immatricolazione dice che i guidatori Porsche non debbono avere timori per la esclusività della loro auto. Sulle strade della Germania troveranno almeno 200 altre vetture prima di incontrarne una appartenente alla loro stessa scuderia; la Porsche ha infatti una quota dello 0,5 per cento sul totale del mercato tedesco.